Deep Cover: una recensione che svela la prevedibilità della commedia d’azione

Deep Cover si presenta come una commedia d'azione prevedibile, senza colpi di scena che possano sorprendere.

Immagina di tuffarti in una nuova serie TV, ma ti ritrovi a rivivere le stesse battute e le stesse situazioni di una commedia degli anni ’90. È proprio questo che succede con Deep Cover, un film d’azione e commedia che sembra essere stato progettato per soddisfare le insaziabili esigenze delle piattaforme di streaming moderne. Queste, come squali in cerca di prede, devono continuamente inghiottire nuovi contenuti, e Amazon Prime Video non è da meno. Purtroppo, il risultato è un prodotto che si muove su binari già tracciati, senza mai deviare verso territori più interessanti.

Un cast con potenziale sprecato

Il film vede protagonisti la figlia di Opie e un attore che sembra recitare lo stesso ruolo in ogni film. La storia segue tre disgraziati che cercano di sopravvivere, sia professionalmente che personalmente. Tra di loro c’è Hugh, interpretato da Nick Mohammed, un IT manager che vive nel suo angolo buio di un’azienda londinese, senza amici e con una vita grigia. Dall’altra parte abbiamo Marlon, un attore di metodo bloccato in spot pubblicitari, costretto a vestirsi da elfo per Natale mentre la sua carriera sembra arenarsi. Insomma, un vero e proprio campionario di sfigati che ci fa chiedere: ma è davvero questo il meglio che abbiamo?

Un’improvvisazione da dimenticare

Entrambi i protagonisti si iscrivono a un corso di improvvisazione tenuto da Kate, interpretata da Bryce Dallas Howard. La sua carriera è meno luminosa di quella di molte delle sue ex compagne di corso, e la sua frustrazione è palpabile. La classe diventa un palcoscenico per i loro fallimenti, ma un colpo di fortuna porta Hugh a far ridere i suoi compagni, e da qui inizia un’avventura che li porterà a infilarsi nel mondo del crimine come finti malviventi. La trama è così prevedibile che potresti quasi indovinare le battute prima che vengano pronunciate.

Un mix di cliché e situazioni forzate

Il regista Tom Kingsley, noto per i suoi lavori precedenti, qui sembra aver perso la bussola. La sceneggiatura, scritta da un team di autori con un passato nella saga di Jurassic World, è un’accozzaglia di idee riciclate che non riescono mai a decollare. Ogni tentativo di comicità è accompagnato da momenti di violenza grezza che rompono il ritmo, rendendo l’esperienza visivamente e narrativamente confusa. Le battute non riescono a costruire un vero crescendo, e ti ritrovi a chiederti se ci sia una direzione precisa in tutto questo.

Orlando Bloom sorprende, ma non basta

Se c’è una nota positiva in Deep Cover, è l’interpretazione di Orlando Bloom, che dimostra di avere un talento comico inaspettato. Tuttavia, anche la sua performance non riesce a sollevare il film da un mare di banalità. La comicità non è mai veramente sfruttata, e il risultato finale è una pellicola che non riesce a sorprendere né a divertire. Un’occhiata a questi personaggi ti lascia con la sensazione di aver già visto tutto e di non volerlo rivedere.

Una visione poco ispirata

In definitiva, Deep Cover è un film che si basa su formule sicure, ma che finisce per risultare stanco e monotono. È come se avesse litigato con la creatività e avesse perso. La mancanza di originalità e il riciclo di idee già viste rendono questa commedia d’azione un’esperienza che non consiglieresti nemmeno al tuo peggior nemico. Se stai cercando qualcosa di fresco e innovativo, forse è meglio guardare altrove.

Scritto da AiAdhubMedia

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